Suglia

  • Conti di Silopoli (mpr.); Conti Palatini (m.).

  • Arma: inquartato: nel 1° e 4° d’argento, alla torre mattonata di rosso, chiusa e finestrata di nero, merlata di quattro alla ghibellina, terrazzata di verde; nel 2° e 3° interzato in palo: a) fasciato di porpora e d’oro di dieci pezzi; b) di verde; c) d’argento alla sbarra d’azzurro

  • Arma rappresentata nel Blasonario Generale Italiano.

  • Famiglia iscritta nel Registro della Nobiltà Italiana.

Antica famiglia ora residente a Novara di cui gli studiosi nel tracciare la storia scrivono che un Suglia fu Segretario di Stato di Berengario I Re d’Italia dall’anno 888 ed Imperatore del Sacro Romano Impero dal 915 al 924. Questa nobile famiglia ebbe culla in Brescia e contò tra i suoi membri un Carlo che fu alla Corte dell’Imperatore Lotario e da lui inviato quale Ambasciatore a quella pontificia quando si portò a Roma per cingere la Corona dell’Impero. Irento nell’anno 1174 fu elevato alla massima magistratura cittadina quale Console di Brescia. Girolamo prese il saio di Francescano e fu distinto letterato. Altri rappresentanti di questa nobile stirpe si distinsero in campo politico, giuridico ed amministrativo e proprio per questi servigi, la famiglia conseguì il titolo di Conte Palatino nel 1290. Tra il 1296 ed il 1529 dette alla Repubblica quattro Gonfalonieri e tredici Priori. Giovanni, detto Geroni, datosi alla vita contemplativa nel mistico silenzio del chiostro, prese gli Ordini Sacri ed unto Sacerdote si fece pastore di anime ma, per le alte virtù cristiane e saggezza teologale, venne chiamato in breve al canonicato per essere nominato, dopo alcuni anni, Vescovo di Osimo e Cingoli e per assurgere poi alla porpora Cardinalizia. Un ramo risulta attestato anche nel meridione d’Italia, in Sicilia, ramo successivamente passato in Pontremoli e che fu ammesso alla Nobiltà di Fiesole in persona di Giuseppe quondam Antonio, con Rescritto del 4 giugno 1841, ed in Puglia ove fiorì in Rutigliano, illustrato dal Generale dell’Esercito Italiano Giuseppe figlio di Giovanni quondam Giuseppe e dal fratello Francesco, Avvocato, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare ed Ospedaliero di Santa Maria di Betlemme, patriota monarchico ed antifascista, distintosi per le sue attività politiche e militari di vertice durante la seconda guerra mondiale, a sostegno della monarchia e dei patrioti italiani impiegati nella resistenza contro i tedeschi, secondo le direttive di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III, creato Conte di Silopoli (forma italianizzata di Xylopolis, Macedonia, Grecia) nel 1944 (atto registrato e trascritto il 25 aprile 1945), da S.A.I. il Principe Don Pietro Amoroso d’Aragona per gli importanti servigi resi all’Ordine Militare ed Ospedaliero di Santa Maria di Betlemme, Ordine istituito da Papa Pio II il 19 gennaio 1458 e reso dinastico nel Casato del Principe Daimberto Amoroso d’Aragona, discendente dell’Imperatore Romano d’Oriente Michele II con Bolla «Magnae Devotionis Tuae» del 16 marzo 1464. Attuali rappresentanti:

Giuseppe, Conte di Silopoli, Conte Palatino, n. a Bari il 14 lug. 1930, f. di Francesco (n. a Bari l’11 set. 1900, Avvocato, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare ed Ospedaliero di Santa Maria di Betlemme, Cameriere d’Onore di Spada e Cappa di Sua Santità, Membro Corrispondente del Collegio Araldico Romano, f. di Giovanni) e della Professoressa Anna Spadavecchia (n. a Casoria, Napoli, il 25 ago. 1893), Colonnello dell’Esercito Italiano ora in congedo assoluto per limiti di età, Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Medaglia Mauriziana, Membro dell’Accademia Araldica Nobiliare Italiana, sp. Gianna Adua Casadio, da cui:
1) Francesco, Nobile dei Conti di Silopoli, Conte Palatino, n. a Pordenone il primo mag. 1963;
2) Anna Maria, Nobile dei Conti di Silopoli, n. a Pordenone il 6 ott. 1964;
3) Paola, Nobile dei Conti di Silopoli, n. a Novara il 16 gen. 1967.

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