POLITI

  • Conti Palatini (m.); Nobili di Recanati (mf.).

  • Arma: d’argento a due fasce, la superiore di rosso, l’inferiore di verde.

  • Arma rappresentata nel Blasonario Generale Italiano.

  • Famiglia iscritta nel Registro della Nobiltà Italiana.

Nobile e assai illustre famiglia di Recanati, originaria di San Gimignano, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922 con i titoli di Conti Palatini e Nobili di Recanati. Essa riconosce come capostipite Salvone (1168-1249), Capitano che fu Crociato delle milizie del piceno nella spedizione a Gerusalemme con le truppe dell’Imperatore Federico II; Gran Capitano, ebbe il comando supremo delle truppe a Joppe e morì da prode sul campo di battaglia. Il figlio Marzio (1198-1251), inviato dalla città di Recanati come Ambasciatore di Federico II Imperatore per rendere le dovute grazie a S.M.C. per la concessione fattale del Porto e della Spiaggia nel Mare Adriatico, fu creato Conte del Sacro Impero Romano per ricompen-sa dei servizi paterni ed investito dalla contea di Nussignano con tutti i suoi discendenti per linea mascolina, in virtù del Diplo-ma imperiale dato a Cremona il 7 settembre 1249 (come riportano le fonti storiche, “al Conte Marzio fu data una contea quella di Nussignano in provincia della Marca, e perchè il padre di Marzio, Salvone aveva militato nella Palestina con l’Impe-ratore, egli volle che, nel privilegio si registrasse la carica sostenuta e le gloriose azioni da lui fatte nella guerra sacra; nel privile-gio di Marzio è inserito, come Salvone suo padre fu Capitano de’ crocesegnati del Piceno, e Vicario Imperiale della città di Ioppe, e che per sostenerla illesa dalle forze nemiche egli generosamente lasciò la vita”). Polito (1238-1295) di Marzio, fu in-viato dal Parlamento della Provincia Picena come Legato, insieme ad altri 16, a Nazaret ed a Terzatto, onde raccogliere do-cumenti sulla traslazione della Santa Casa di Loreto avvenuta il 10 dicembre 1294. Clemente (1278) di Polito, Dottore in Leg-ge, fu in Vienna Consigliere di Carlo IV Imperatore. Corrado (1308-1400), germano del precedente, insegnò scienze politiche all’Università di Colonia e nel 1330 militò in Italia col grado di Capitano sotto le bandiere di Giovanni il Ceco, Re di Boemia. Polito (1310) di Clemente, insigne matematico, esperto ingegnere e architetto militare, fu Professore all’Università di Vienna, restaurò il castello di Montefiore e riparò le mura di Recanati quando patirono danni durante la ribellione Ghibellina. Pietruc-cio (1350) di Corrado, riformò gli Statuti di Recanati. Corrado (1375) di Pietruccio, Reeinen Inelitus Politicorum Professor, in-segnò scienze politiche all’Università di Colonia e fu uno dei principali capi ghibellini di Recanati nel 1405. Il fratello Salvone fu Podestà di Urbania nel 1363. Antonio (1415-1475) di Polito, Primo Priore e Capo della Magistratura nel 1468, Capitano di Loreto nel 1471 e Console della Fiera, fu Comandante nella difesa di Porto-Recanati e del suo territorio contro l’incursione dei Pirati nel 1462. Lancillotto di Polito, germano del precedente, letterato, Canonico a Siena, fu dottore in legge e uomo di lettere. Ambrogio (1460) di Salvone di Polito di Antonio, Frate domenicano assai dotto, specialmente in teologia, precettore di Giulio III, intervenne al Concilio di Trento e fu Vescovo e Arcivescovo in partibus; morì ad Empoli nel 1533 quando, chiamato da Giulio III, si recava a Roma per ricevere il cappello cardinalizio. Marzio (1569-1633) di Clemente, fu Vicario Generale del Cardinale Federico Borromeo e suo suffraganeo, Giudice Metropolitano nel 1627, Vicario Generale nella Diocesi di Camerino ed Orvieto nel 1597, Vicario del Vescovo Rutilio Benzoni in Recanati. Clemente (1593-1675) di Pietro, Canonico e Vicario Generale di Loreto, e Metropolitano di Siena, Benevento e Genova, fabbricò in Siena la Cappella di San Francesco con sepol-cro gentilizio. Giuseppe (1673-1730) di Pietro, Cavaliere di Santo Stefano nel 1704, fu Ambasciatore presso la Regina di Polo-nia e di Ungheria, vedova di Re Giovanni Sobiescki. Pietro (1713-1782) di Giuseppe fu Cavaliere di Santo Stefano nel 1730, così come il fratello Francesco (1719-1781). Corrado (1819-1872) di Giuseppe, Dottore in Legge ed in Scienze Naturali, Capo della Sezione Ornitologica di Perugia, nel 1847 fu Uditore nel Consiglio di Stato per le Finanze, nel 1848 volontario contro l’Austria, nel 1849 membro della Costituente Italiana per il collegio elettorale di Recanati; dopo la restaurazione fu condanna-to a morte dal Governo pontificio, riuscito ad evadere, riparò a Tunisi e si unì ai volontari garibaldini; entrò poi nell’esercito italiano con il grado di Tenente Colonnello e nel 1861 fu Luogotenente Colonnello di Stato Maggiore e poi Capo Divisione al Ministero della Guerra, Capo di Stato Maggiore nella Divisione di Chieti e quindi Capo dei Magazzini Militari. Giuseppe (1789-1840) di Antonio, Cavaliere di Santo Stefano, Gonfaloniere in Recanati dal 1819 al 1831 e dal 1834 al 1835, nel 1811 sposò la Nobile Lucrezia dei Marchesi Ricci di Macerata da cui ebbe sei figli maschi che sono i capostipiti degli attuali sei rami della Casata. Attuali rappresentanti del ramo qui illustrato:
Renato, Conte Palatino, Nobile di Recanati, n. a Abbiategrasso (Milano) il 16 ago. 1986, f. di Bernardino (n. a Offida, Ascoli Piceno, l’8 apr. 1952, di Renato, n. a Offida, Ascoli Piceno, il 2 feb. 1912, di Lutero, n. a Filottrano, Ancona, il 26 ott. 1875, di Arturo, n. a Recanati, Macerata, il 27 set. 1841, di Antonio) e di Caterina Bove, Membro dell’Accademia Araldica Nobiliare Italiana.
Sorella: Danila, Nobile di Recanati, n. a Abbiategrasso (Milano) il 5 giu. 1982.

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