MAGNARIN

  • Duchi (mf.); Conti (mf.); Don e Donna.
  • Arma: interzato incappato: d’azzurro e d’oro, entrambi caricati da una rosa di rosso, l’incappatura di rosso caricata da una cicogna imbeccata al naturale; col capo d’argento caricato da una croce di rosso, con al centro un monogramma d’oro riportante le lettere M C (Magnarin, Concato). Motto: VIRTUTE ET TENACITAS. .
  • Arma antica: partito d’azzurro e d’oro, a due rose di rosso.
  • Arma rappresentata nel Blasonario Generale Italiano.
  • Famiglia iscritta nel Registro della Nobiltà Italiana.

Illustre Casata fiorita sin da epoca antica tra la Lombardia, il Veneto e l’Istria Veneta, le cui prime testimonianze risalgono al 1100. Anteriormente fonti storiche segnalano la Casata riportata con diverse grafie cognominali in Alvernia, Delfinato Borgogna, Germania e probabilmente in Norvegia e nelle isole Orcadi. Tra il 1200 ed il 1450 la Casata risulta stabilita tra il milanese e la Repubblica di Venezia. Martino fu Vescovo di Lesina dal 1145 al 1175 e dal 1177 al 1184; dopo di lui fu Vescovo di Lesina Nicola dal 1194 al 1198, poi Vescovo di Zara dal 1198 al 1202. Nel 1406 Filippo compare in un antico documento riguardante il possesso di alcune terre. Nel 1447 la Casata ebbe il Cavalierato dal Senato della Serenissima Repubblica di Venezia quale ricompensa dell’impresa, cui parteciparono Edoardo e Michele, compiuta con il respingere le truppe d’Austria oltre i confini della Repubblica. Nel 1450 Pietro Guglielmo ottenne il titolo di Signore di Limbiate ed il figlio Corradino nel 1470 ebbe in feudo il Castello di Castronuovo con la possibilità di adottare doppio cognomato, concessione che tuttavia nel tempo mai nessuno della famiglia adottò. Successivamente la Casata si diramò in altre parti d’Italia tra cui Modena e Cingoli dove Ferdinando ottenne l’aggregazione al ceto nobile di quella città ed a Fratta (oggi Umbertide) ove ottenne il titolo di Nobile. Nel 1530 Domenico fu Contestabile al servizio della Serenissima nell’Isola di Cefalonia. Nel XVI secolo a Lendinara, terra della Serenissima, visse il “Perillustris” Pietro Antonio. Il figlio Giuseppe, nato a Mantova nel 1592, ottenne nel 1632 il titolo di “Nobilis mantuanus” dal Duca Carlo I Gonzaga Nevers. La Casata si diramò poi tra le terre veneziane, il Mantovano e l’Oltresarca e Francesco, figlio del precedente, fu Podestà di Sermide nel 1653. Il figlio di Francesco, Gian Battista, Dottore e letterato, autore della prefazione di un’opera stampata a Venezia nel 1685 dedicata a Alessandro Pico Duca della Mirandola, fu creato Conte nel 1699 con Diploma di Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers Duca di Mantova e del Monferrato. La Casata si distinse inoltre con Francesco, uno degli Ambasciatori di Venezia presso la Corte d’Austria agli inizi del XVII secolo, con Marco, Consigliere del Senato Veneto nella metà del medesimo secolo, con Bartolomeo, milite valoroso nella Guerra di Candia, con Girolamo, Consigliere a Venezia alla fine dello stesso secolo e con Adalberto, Consigliere del Duca Eugenio di Savoia ai primi del XVIII secolo. Con Matteo, nel XVIII secolo, la Casata si spostò in Istria, allora anch’essa dominio veneziano, dove fiorirà fino al termine della Seconda Guerra Mondiale; qui si ricordano Albino, Avvocato, Viceprefetto di Pola dal 1945 al 1947, Pretore e quindi Consigliere di Tribunale ad Udine, ed il fratello Giovanni, apprezzato musicista e direttore d’orchestra. Il ramo qui rappresentato dal Conte Eugenio, in data 14 settembre 2019 è stato insignito del titolo ereditario di Duca col trattamento di Don e Donna e del relativo stemma, da S.A.S. Antonino d’Este Orioles. Attuali rappresentanti:

Duca, Conte, Don Eugenio, n. a Roma l’8 feb. 1959, f. di Livio (n. a Pola il 6 ago. 1924 † a Roma il 26 ott. 2016) e Maria Concato (n. a Roma il 9 ago. 1924 † ivi il 30 nov. 2019), Dottore in Lettere, Dottore in Geografia, Insegnante negli Istituti Superiori, Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, Membro dell’Accademia Araldica Nobiliare Italiana.

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